Convenienza economica, rapporti di fiducia, non fondati sulle reali competenze professionali, scarsa competenza in materia di sicurezza sono solo alcuni dei principali problemi con cui quotidianamente ci si scontra nell’affrontare il tema della sicurezza nei cantieri edili in Italia.
Molti imprenditori intendono la sicurezza come un onere che grava sul bilancio aziendale e per questo come un ostacolo da evitare o perlomeno da ridurre al minimo. Un problema che pesa sul carico finanziario ed incide negativamente sulla crescita aziendale, ma soprattutto sulla gestione della sicurezza.
La normativa stabilisce che il COORDINATORE PER LA SICUREZZA nell’esercizio della propria professione oltre al possedimento di una laurea magistrale o diploma tecnico, sia in possesso di un attestato di frequenza ad un corso di 120 ore in materia di sicurezza. Requisiti questi che purtroppo, non sono richiesti al datore di lavoro dell’impresa esecutrice , che ai sensi dell’art. 34 può svolgere direttamente il ruolo di RSPP (acronimo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) avvalendosi di una formazione che varia da un minimo di appena 16 ore ad un massimo di 48 ore, figura a cui spetta, secondo l’art. 32, la responsabilità di coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
Un ulteriore problema è determinato dal fatto che la norma prevede che sia il datore di lavoro, indipendentemente dal suo grado di istruzione, a dover redigere il Piano Operativo di Sicurezza, un piano di dettaglio che deve coordinarsi con il Piano di Sicurezza e Coordinamento generale predisposto dal coordinatore della sicurezza. Nella realtà dei fatti ci si trova il più delle volte ad avere POS redatti sulla base di documenti precostituiti non rispondenti alle reali condizioni del lavoro da realizzare o addirittura in contrasto con gli stessi.
Da questa condizione scaturisce un difficile rapporto di interazione tra chi è tenuto a verificare e chi la sicurezza la “dovrebbe” far applicare. I troppi ribassi che caratterizzano gli appalti, si ripercuotono indiscutibilmente sulla qualità del lavoro e quindi sulla sicurezza dei lavoratori che quotidianamente si espongono a rischio della propria vita. Ma se è vero che un problema non è null’altro che un ‘opportunità vista dal lato sbagliato, guardiamo alle prospettive che gli stessi possono creare e a come far diventare questi un obiettivo per tutti gli attori coinvolti.
Il futuro della sicurezza sui cantieri è determinato dalla volontà di incrementare:
- l’organizzazione della struttura di sicurezza impiegata nel singolo cantiere
- la vigilanza continua
- la qualificazione delle imprese
- la formazione continua
- il miglioramento della programmazione e del coordinamento in cantiere;
- la sorveglianza sanitaria
- l’importanza dell’attività e del ruolo dell’impresa affidatari