Quando il sogno di un bambino è quello di diventare capocantiere e il regalo più desiderato a 6 anni è un sacchetto di cemento, significa che il destino è scritto a chiare lettere nella sua vita.
È stato così per Walter Licini (classe 1987) che, dopo il diploma di geometra, entra nella ditta del padre, la Costruendo di Bergamo, realizzando il proprio sogno di diventare capocantiere.
Ma, sempre per un gioco del destino (ancora lui…), Walter gestisce l’azienda di famiglia “svecchiandone la gestione” e reimpostandone la struttura, il giovanotto si trova nelle condizioni di cambiare paradigma e di avvicinarsi a un’altra sua grande passione, quella della sicurezza sul lavoro, mixandola alla competenza cantieristica acquisita sul campo attraverso un formidabile strumento catalizzatore: l’informatica. Spinto da una sana ambizione che difficilmente se fosse rimasto nell’azienda di famiglia, avrebbe potuto esprimere, nel 2012 apre uno studio tutto suo, la Gest Edil, che eroga servizi tecnici alle piccole imprese.
Il punto di svolta
È in questo momento che Walter si accorge di quanto sia importante, per una corretta gestione del cantiere, semplificare e quindi velocizzare la documentazione tecnica.
Un’occasione imperdibile si presenta con la prima grande opera con cui collabora, la Pedemontana in cui diventa consulente per la sicurezza, che gli offre la possibilità di realizzare un altro suo grande sogno: trasformare un cantiere tradizionale e “datato” da un punto di vista tecnologico in un cantiere evoluto, traghettando un settore a basso contenuto tecnologico verso l’innovazione e la
digitalizzazione.
Un work in progress verso il cantiere 4.0 che da allora non si è mai fermato e che ha portato Walter a lavorare in opere sempre più importanti.
La sua intuizione è stata quella di capire che proprio il mondo delle grandi opere avrebbe costituito un terreno fertile per l’innovazione, perché era soprattutto lì che c’era un grande bisogno di tecnologia e la necessità di una documentazione non cartacea che fosse precisa, trasparente e digitalmente condivisa con tutti i soggetti coinvolti.
Sikuro: nomen omen
A Licini vanno stretti i tradizionali sistemi software in commercio perché sa che non nascono da quelle reali esigenze di cantiere che invece lui conosce molto bene.
Nel 2014 inizia a investire sulla creazione di un portale su misura, Sikuro, il cui utilizzo è inizialmente gratuito in quanto veicolo promozionale all’attività di consulenza.
Nel 2015 il modello di business vi evolve ancora, viene fondata la Sikuro scarl e nasce la prima versione di Sikuro che non solo è un software rivolto ai tecnici sviluppato dai tecnici, ma un prodotto in continuo aggiornamento, grazie anche al contributo delle imprese, veri e propri partner della società: essi, attraverso la preziosa user experience, forniscono quotidianamente al team di tecnici guidati da Licini modifiche e aggiustamenti che arricchiscono di volta in volta il prodotto, conferendogli un sempre accresciuto valore aggiunto.
Ma l’avventura dell’ex bambino con la passione del cantiere, che nel frattempo si è trasformato in un vulcanico imprenditore, non finisce qui: nel 2017 nasce una start-up creata ad hoc, la Satefy Job (con sede a Ranica, in provincia di Bergamo) specializzata nella gestione di software tecnico che utilizza il prodotto creato dalla Sikuro con una mission ben precisa: «portare tecnologia in
quei settori dove ancora non c’è», trasformandolo da prodotto a uso e consumo interno in un vero e proprio outfit rivolto e terzi, un’operazione in cui convivono il concetto di sicurezza e le dinamiche di cantiere (direzione lavori, qualità, ambiente…).
Walter Licini è quindi passato da un’attività puramente consulenziale, alla formulazione e proposta di un software che permettesse la digitalizzazione del cantiere.
Con un positivo effetto domino sull’indotto in termini di innovazione, visto che i general contractors che credevano in questi prodotti li hanno poi necessariamente estesi ad aziende, subappaltatori e fornitori che intorno a loro ruotavano.
Perché, come ama ripetere Licini, «La fortuna del software è che quando entra in un’azienda non ci esce più e diventa parte del suo dna». «La sicurezza è il filo conduttore a monte di tutte le mie attività» – continua Licini. «L’ iniziale necessità di digitalizzazione scaturiva proprio da esigenze di sicurezza: perché un’impresa possa accedere a un cantiere la documentazione da inoltrare è imponente, è fondamentale che al sito non solo acceda personale autorizzato, ma che tutti i documenti richiesti siano aggiornati e validi, che il parco macchine sia registrato e manutenuto regolarmente, che la gestione logistica dei mezzi sia efficiente, che il personale al lavoro condivida tutte le informazioni necessarie…
E solo un software evoluto che ha il cantiere nei suoi cromosomi può fare tutto questo».
Sicurezza, Digitalizzazione, Costruzione.
Il gioco è fatto.
Ed il successo assicurato.
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